Prossime novità in vista per quanto riguarda il mestiere di geometra. Secondo un disegno di legge che è stato presentato in parlamento, per poter esercitare questa professione, in futuro i geometri dovranno possedere una laurea. La presentazione del disegno di legge è accompagnata da alcuni esperimenti “pilota”, che sono in corso di svolgimento in due università italiane.
La laurea sarà triennale, e nel corso dei tre anni gli aspiranti geometri dovranno effettuare obbligatoriamente anche un tirocinio. L’acquisizione di questa laurea triennale dispenserà dall’obbligo si sostenere l’Esame di Stato, sin qui necessario per ottenere l’abilitazione dopo il conseguimento del diploma.
La proposta di legge, che porta la firma di Simona Malpezzi, una deputata del Partito Democratico, è stata presentata lo scorso 8 settembre, ed è stata poi illustrata nel corso del convegno intitolato “Valore geometra” che si è tenuto per due giorni nella capitale, convegno al quale hanno partecipato numerosi professionisti. Nel corso del convegno sono state anche indicate le due università dove sono in corso gli “esperimenti pilota”, che sono, una pubblica, quella di Reggio e Modena, ed una privata, la Uninettuno.
Al momento attuale la situazione prevede che per esercitare la professione si debba essere in possesso di un diploma, rilasciato da un istituto tecnico, con indirizzo “Costruzioni, ambiente e territorio”, avere sostenuto e superato l’”Esame di Stato”, oltre ad aver effettuato un tirocinio, della durata di 18 mesi, presso un geometra iscritto all’albo, oppure un architetto, od un ingegnere civile, In tutti i tre casi il professionista presso cui si effettua il tirocinio, deve avere una anzianità di iscrizione al rispettivo albo non inferiore ai 5 anni. Una alternativa prevede che l’aspirante geometra, dopo aver conseguito il diploma, abbia lavorato per un minimo di 5 anni, con le funzioni del suo “status” in maniera “gerarchicamente inquadrata”.
Ora si cambia e questo sistema viene sostituito, anche su pressioni della Comunità Europea, che già dai primi anni del secolo continua a chiedere che il livello “qualitativo” della professione di geometra cresca, come pure quelli di altri diplomati come i periti industriali, quelli agrotecnici e quelli agrari. Su questo punto, all’interno dei professionisti si è registrata un’ampia convergenza positiva.
Il possesso di questo nuovo titolo universitario, porterà i “liberi professionisti europei” a poter esercitare le loro funzioni in un ambito “transnazionale”. Una prima operazione aveva portato alla creazione di percorsi diversi per poter diventare geometri, come la laurea triennale in Scienze dell’Architettura, oppure Ingegneria civile ed ambientale, o “Scienze e tecniche dell’Edilizia”, ed anche in “Scienze della Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale”. Con la nuova legge si fa ordine su questi percorsi, portando ad una identificazione con una laurea “unica” che elimina formazioni diverse, ed a volta stridenti tra di loro. La definizione di “geometra laureato”, potrà anche essere inserita nei curriculum personali che si presentano in cerca di lavoro.
Nel corso del convegno sono stati resi noti anche alcuni numeri riguardanti la professione di geometra, che vede in Italia 9000 donne con questo titolo, su un totale di 100mila iscritti all’albo. Nel corso degli ultimi 10 anni sono entrati a far parte dell’ordine dei geometri 22mila giovani, e l’obiettivo dichiarato dal “Consiglio Nazionale” è di riuscire a inserire in alcun settori emergenti come l’ambiente, l’energia e l’acustica, 25mila professionisti.
Nel contempo si è fatto il punto sulle attività che oggi impegnano i geometri con la casistica che si è allargata comprendendo tra le altre le voci relative a ristrutturazioni di abitazioni, redazione di tabelle “millesimali” per i condomini, divisioni di proprietà tra gli eredi in una successione, valutazioni di immobili dal punto di vista economico, in caso di vendita, frazionamenti e visure catastali e rilievi topografici.