Esistono diversi tipi di successioni, ognuna delle quali risponde a specifiche esigenze. La Dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dal decesso ed è conosciuta anche con il nome di dichiarazione principale o prima dichiarazione.
Per vari motivi, può essere presentata una dichiarazione successione successiva alla prima, con il fine di modificare o integrare le quote ereditarie stabilite in sede di prima dichiarazione.
Indice
Quale tipo di successione fare?
Dichiarazione di successione integrativa
Si tratta di una denuncia di successione redatta successivamente alla Prima dichiarazione e serve per aggiungere eventuali beni, mobili o immobili, non inseriti precedentemente. Dopo aver aggiunto eventuali beni, si procede al ricalcolo delle imposte ipotecarie. Questo tipo di dichiarazione, così come suggerito dal nome stesso, ha la sola funzione di aggiungere eventuali beni. Non è possibile quindi apportare modifiche relative all’indicazione degli eredi né togliere beni dichiarati nel primo atto di successione.
Dichiarazione di successione modificativa
Permette di modificare i dati presentati in prima dichiarazione relativi a:
- dati anagrafici degli eredi;
- quote ereditarie;
- dati catastali degli immobili;
- dati relativi a liquidità
A differenza della dichiarazione integrativa, la dichiarazione di successione modificativa consente di aggiungere o togliere eredi.
Dichiarazione di successione sostitutiva
Ha la funzione di correggere eventuali errori che non è possibile modificare tramite le dichiarazioni di successioni modificativa e integrativa.
Qualunque sia il tipo di pratica di successione, occorre sempre versare la tassa ipotecaria di 35 euro e l’imposta di bollo di 64 euro. Queste infatti vanno pagate a prescindere se si tratti di successione principale, integrativa o modificativa.