30 case cantoniere di proprietà dell’Anas, ed attualmente dismesse, potrebbero avere una nuova vita grazie ad un bando che permette ai privati di prenderle in concessione dalla stessa Anas, per trasformarle in ristoranti od in alberghi. Si tratta di un progetto “pilota” che l’Anas ha promosso dopo aver ricevuto la necessaria approvazione da parte del Ministero dei “Beni Culturali e del Demanio”, e che permette quindi di dare valorizzazione a questi edifici che si trovano sparsi lungo le strade statali di tutta l’Italia, e ricordano i tempi in cui la maggior parte del traffico si svolgeva proprio sulle strade statali, con la figura del cantoniere, ormai desueta ed il colore rosso “pompeiano”! con il quale erano tutte dipinte.
Le case cantoniere possono così divenire una risorsa importante per il turismo “sostenibile”. Il progetto dell’Anas è partito da tempo, negli ultimi mesi dello scorso anno, quando, in vista delle celebrazioni del Giubileo straordinario, il Ministero dei Beni Culturali aveva dichiarato la sua disponibilità a incentivare proprio il recupero delle case cantoniere dismesse, in modo che si potesse promuovere maggiormente su tutto il territorio il turismo. In precedenza la stessa proposta era stata inserita nel 2014 nell’Art Bonus, varato dal ministro Franceschini. Un testo con il quale si voleva mettere in atto proprio la trasformazione delle case cantoniere in hotel, ristoranti, ed in generale in luoghi destinati all’ospitalità.
Nell’Art Bonus il governo si pronunciava in maniera favorevole verso l’affidamento a cooperative od in alternativa a privati, di edifici demaniali che risultavano inutilizzati, e che potevano invece essere valorizzati come parte del patrimonio nazionale. Tra questi edifici, le case cantoniere potevano essere proprio le più idonee per essere trasformate, richiamando così il traffico turistico al difuori delle autostrade, consentendo così anche la valorizzazione e la conoscenza di luoghi, che altrimenti
sarebbero “bypassati” dal turista.
All’epoca, in collaborazione con il Demanio e con l’Anas, il Ministero era riuscito a selezionare ben 1600 case cantoniere dismesse e che rientravano a pieno titolo nella categoria di quelle ristrutturabili e gestibili come luoghi di ospitalità, andando così a creare una sorta di “brand” del sistema Italia dal carattere eccezionale. .
Il nuovo computo, affidato all’Anas, ha fatto calare il numero delle case cantoniere interessate da 1600 a 1244, e di queste, 650 sono ancora a disposizione, il 10% delle quali ha un alto potenziale dal punto di vista turistico. A questo punto l’Anas ha deciso di emettere un primo bando, che riguarda 30 case cantoniere, al quale naturalmente ne seguiranno altri in futuro. Questo primo lotto comprende case cantoniere dislocate in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Puglia, dal Piemonte al Lazio, dalla Toscana alla Lombardia, all’Emilia Romagna ed al Veneto. Tutte, nel prossimo futuro, destinate a trasformarsi per diventare dei ristoranti, bar, alberghi o punti di accoglienza sicuramente all’avanguardia, e dotati ad esempio di infopoint e free wi-fi.
Chi vuole partecipare al bando di gara dell’Anas ha tempo fino alla fine del mese di ottobre, successivamente ci sarà, da parte dello Stato la valutazione delle offerte per selezionare la più vantaggiosa in termini economici, ma anche riguardo alla qualità della proposta di riconversione, in modo da scegliere la migliore, alla quale assegnare ogni singola casa cantoniera. Mentre si attendono le assegnazioni, da parte dell’Anas inizierà l’opera di ristrutturazione, che avrà un costo complessivo pari ad 8 milioni di euro, nell’arco di tre anni di lavori. Per la ristrutturazione complessiva si dovrebbe spendere una cifra di 300 milioni di euro e per questo l’Anas sta cercando dei finanziatori che possano fare la loro parte quando al progetto pilota seguirà quello base. Sarà quindi il risultato di questa prima fase a decidere su tutta l’operazione, e se il progetto non troverà ostacoli, si potranno vedere le prime case cantoniere ristrutturate nell’estate del prossimo anno, quando saranno passati 187 anni da quanto furono istituite, con un Regio Decreto dell’allora “Regno di Sardegna”, e con loro la figura del “cantoniere”.