Un altro segnale positivo per l’economia del nostro paese. Dopo i segnali di crescita del Pil, seppure timidi e discontinui, quelli della ripresa delle nostre esportazioni, e dei consumi interni, mentre si attende anche una vera sterzata positiva per quanto riguarda l’occupazione, che va ancora molto a rilento, arriva un segnale positivo dal settore delle compravendite immobiliari.
Il Centro Einaudi ha effettuato una indagine sul risparmio, e uno dei punti fermi dei vari risultati ottenuti è quello del ritorno al mattone. Infatti, entro i prossimi due anni, almeno due italiani su dieci sono intenzionati a cambiare casa. Una situazione che si spiega anche con la crescita della fiducia per quanto riguarda il futuro del paese.
In effetti, come dimostra l’indagine del Centro Einaudi, circa la metà del risparmio delle famiglie italiane è “liquidità in attesa”, e gli italiani dovrebbero tornare a far crescere il settore che in questi ultimi anni era stato il più negativo, quello immobiliare. Del resto, la casa, o “il mattone” come viene semplicemente definito l’investimento immobiliare, è sempre stato uno dei favoriti dei cittadini italiani che lo hanno considerat o un bene rifugio.
Alla fine dello scorso anno, la stessa idea era stata espressa dall’associazione dei costruttori edili, l’Ance, che aveva indicato nel 2016 l’anno della svolta positiva per il settore, sia per chi lavora nella costruzione di immobili che, a maggior ragione, per chi li vende. I prezzi degli immobili non sono cresciuti e come si dice in termine tecnico, sono “al palo”, ma nonostante questo, nello scorso anno, il mercato immobiliare ha fatto registrare un incremento percentuale del 5,3% e le previsioni per fine 2016 indicano un incremento ancora maggiore, che dovrebbe raggiungere la doppia cifra percentuale, il 13,5%, Nel 2016 dovrebbero tornare ad avere il segno+ anche le costruzioni di immobili, facendo seguito agli ultimi tre anni nei quali, nonostante il calo, la percentuale di questo dato si è progressivamente abbassata, denotando quindi un processo migliorativo.
Il dato presentato dal Centro Einaudi è molto chiaro ed è stato espresso con questo concetto da Giuseppe Russo: “I risparmiatori si informano sui prezzi delle case, molto più di prima. E nei prossimi due anni, due persone su dieci pensano di cambiare casa”.
Anche per quanto riguarda il risparmio e le scelte finanziarie operate dagli italiani, l’indagine, che è stata effettuata in stretta collaborazione con un autorevole istituto bancario come Intesa San Paolo, vengono confermate le aspettative. Nei dati che sono stati presentati il 21 luglio scorso a Torino, non solo si parla di speranze positive, ma si va oltre; Gian Maria Gros Pietro, illustrando i risultati dell’indagine, ha sottolineato come “il crollo del mattone” negli scorsi anni, sia stata una delle maggiori cause del crollo del Pil, ed anche degli aumenti delle “sofferenze” bancarie, in quanto molti costruttori hanno usato i denari ottenuti con i crediti bancari, ma successivamente quanto costruito è rimasto invenduto.
Secondo Giuseppe Russo, esperto del Centro Einaudi, anche la “volatilità” che si registra a Piazza Affari, sta allontanando gli investitori da quel tipo di investimenti, mentre si torna a punta sul “mattone”, con circa il 25% degli italiani che ha una quota pari al 50% dei propri risparmi, “liquidi” e quindi disponibili per un investimento nel mercato immobiliare. La combinazione dell’incremento delle transazioni immobiliari e delle richieste di informazione da parte dei risparmiatori sui prezzi degli immobili, fa capire che la ripresa dovrebbe concretizzarsi come previsto.
Naturalmente tutto questo può essere “aiutato”, ed in questo senso Intesa San Paolo ha già trovato un accordo con l’Ance mettendo a disposizione delle imprese costruttrici 20 miliardi di finanziamenti “a lungo termine” oltre ad agevolazioni per chi intende acquistare abitazioni di cantieri già in corso ed anche per chi vuole riqualificare gli immobili dei centri urbani.