L’amianto è un materiale fibroso che, fino agli anni ‘70, era largamente diffuso nella copertura e isolamento di edifici sia civili che industriali, nonché nelle tubazioni e nelle canne fumarie.
Questo materiale era solitamente inserito all’interno di una struttura di cemento, come nel caso del fibrocemento chiamato Eternit, un conglomerato di amianto e cemento, il quale presenta un altissimo fattore cancerogeno.
L’effetto dannoso di questo materiale è riscontrato nel rilascio di particelle, a seguito dello sfaldarsi della struttura composta da amianto. Gli effetti sulla salute sono nefasti, che spesso portano allo sviluppo di cellule tumorali, anche in occasione di minime esposizioni.
Le fibre sono estremamente piccole (oltre mille volte più piccole di un capello), si disperdono nell’aria e possono depositarsi nelle vie aeree dell’uomo, rimanendoci per tutta la vita. Le patologie più comunemente riscontrate sono il tumore ai polmoni, il mesotelioma, e, in forma minore, malattie del tratto intestinale e della laringe.
Indice
Come eliminare l’amianto: bonifica e smaltimento
L’iter per la bonifica dall’amianto prevede una serie di passaggi che verranno di seguito illustrati.
Ad oggi, la Legge vieta di utilizzare l’amianto per isolare o coibentare qualunque superficie (Legge 257/1992); tuttavia, la normativa non impone espressamente la sua rimozione e lo smaltimento.
Pertanto, chi possiede immobili con rivestimenti di questo materiale, è tenuto a far eseguire la “valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto”, secondo quanto disposto dal DM 06/09/1994.
Si può eseguire il test consultando professionisti specializzati, che, spesso, mettono a disposizione degli utenti piattaforme digitali, che consentono di effettuare la diagnosi online.
Se, a seguito di questa procedura, il proprio rivestimento risulta necessitare di un intervento di bonifica, è il caso di attivarsi con la massima tempestività per risolvere la situazione. Questo non contempla assolutamente il fai-da-te, che potrebbe avere effetti dannosi per la propria e salute altrui.
In Lombardia (la regione italiana con la più alta presenza di manufatti in amianto), ad esempio, esistono diverse aziende che si occupano di analisi, rimozione, bonifica e smaltimento amianto, come la MBA Ambiente Milano.
Le metodologie previste per la bonifica dell’amianto
Il già citato DM 06/09/1994 prevede tre tipologie di intervento per la bonifica dell’amianto sui rivestimenti. Esse prevedono:
- Rimozione: questa soluzione è da considerarsi definitiva. Consiste nella protezione totale delle lastre attraverso il processo di rivestimento, eliminazione del materiale di risulta, rimozione e trasporto in discarica per lo smaltimento. I vantaggi della procedura sopra indicata riguardano il fatto di non doversi mai più preoccupare della presenza di lastre rivestite con materiali potenzialmente cancerogeni, poiché il problema viene eliminato alla radice. I contro riguardano essenzialmente il costo derivante da questa tipologia di intervento. Altri elementi che incidono su questa scelta riguardano le maggiori tempistiche di realizzazione, che riguardano anche le opere per la costruzione di rivestimenti che sostituiscano quelli rimossi.
- Incapsulamento: questa procedura prevede l’applicazione, sulle lastre oggetto di intervento, di speciali prodotti coprenti, distribuiti in più strati, che assicurano un rivestimento totale delle superfici, che non vengono spostate o rimosse.
Per quanto riguarda gli aspetti positivi di questa tecnica, essi sono da annoverare nel minor costo da affrontare e nelle tempistiche di esecuzione sicuramente più contenute rispetto alla rimozione. Infatti, se non ci sono danni alla struttura, sarà sufficiente il suo incapsulamento, senza dover provvedere ad opere aggiuntive per la riparazione. Per quanto riguarda i contro, tuttavia, questa pratica non risolve il problema, e inoltre sarà necessario effettuare controlli periodici sullo stato di manutenzione delle lastre e dell’integrità degli involucri. - Sovra copertura: si tratta di una copertura, con materiali appositi (che devono soddisfare specifici requisiti), delle lastre oggetto di intervento. I vantaggi di questa procedura non sono dissimili da quelli riscontrati per l’incapsulamento, come pure gli svantaggi: il problema non si risolve completamente e, pertanto, saranno indispensabili check periodici per verificare lo stato di manutenzione della copertura delle lastre.
Tutti gli interventi sopra richiamati devono essere eseguiti solo e unicamente da personale specializzato.
Consigli Utili
Per quanto riguarda gli interventi di bonifica dall’amianto, questi hanno costi differenti, a seconda dell’opera che si decide di eseguire.
Nella quasi totalità dei casi, tuttavia, è consigliabile eseguire una rimozione totale delle lastre che contengono amianto, sia perché operazioni diverse presuppongono comunque il fatto di dover sostenere costi aggiuntivi nel corso del tempo, e anche perché gli interventi conservativi non scongiurano del tutto l’ipotesi di un danneggiamento nel lungo periodo.
Un elemento degno di considerazione riguarda gli sgravi fiscali riconosciuti per gli interventi di bonifica del 50% e del 65%, confermati fino alla fine del 2019.
Si può usufruire dell’incentivo del 50% nel caso del cosiddetto “Bonus ristrutturazioni”: esso può essere utilizzato anche per il rifacimento del tetto che prevede la bonifica dell’amianto. L’importo totale della detrazione spettante comprende l’intero costo sostenuto per l’intervento (con aliquota IVA al 10%).
L‘incentivo del 65%, previsto per il cosiddetto “Eco bonus”, spetta a tutti quegli interventi di ristrutturazione che presuppongono un miglioramento energetico: tra questi rientra anche il rifacimento del tetto con bonifica da amianto. Per poter fruire del bonus occorre, inoltre, aggiungere uno strato altamente isolante.
L’importo ammissibile è il costo sostenuto, compreso di IVA al 10%.