Nuova vita per fari, torri e conventi, beni demaniali che potranno essere presi in affitto secondo un progetto che è stato presentato a Roma nei locali del Circolo della Marina Militare. L’annuncio è stato dato da Roberto Reggi, in qualità di direttore “dell’Agenzia del Demanio”, e da Fausto Recchia, a.d. di Difesa Servizi Spa.
Nel progetto sono inseriti beni demaniali che sono dislocati lungo le coste italiane, esattamente su quelle di otto regioni, con località che vanno da Venezia fino a Pantelleria. Dal 17 settembre e fino al 19 dicembre gli imprenditori “più illuminati” potranno presentare le loro proposte per la “riqualificazione” di queste strutture.
La gara è relativa alla distribuzione di concessioni che vanno fino ad un massimo di 50 anni e riguarda in totale 20 beni che oltre al valore storico ne hanno uno altrettanto importante dal punto di vista paesaggistico. Nella valutazione dei vari progetti che saranno presentati si terrà conto sia dell’innovazione che della sostenibilità dei progetti stessi, privilegiando quelli che daranno la “capacità” di fornire ricettività ed attività turistiche, ed anche degli eventi culturali, sportivi e sociali.
L’asta è pubblica e prima della presentazione delle offerte, gli imprenditori interessati potranno anche visionare le 20 strutture oggetto del bando, nelle giornate “#Openlighthouse”, che saranno organizzate in collaborazione con il Tci ed il Wwf e che vedranno la presenza anche di comuni cittadini. Si potranno quindi vedere da vicino le strutture e valutare le opportunità per una loro riqualificazione come ostelli, hotels, bed&breakfast ed hotel.
Le strutture interessate sono quelle del faro di Punta Spadillo, che si trova sull’isola di Pantelleria, quello di Capo Rizzuto, nel territorio di Acireale, Capofaro di Salina, Punta Libeccio nell’isola di Marettimo e Capo Milazzo. Risalendo a nord nella lista si trova anche un faro dell’isola d’Elba, quello di Punta Polveraia. Sul Gargano, a Vieste, c’è Torre Preposti, sempre in Puglia, la tarantina Torre d’Ayala, e molte altre sono distribuite lungo le coste italiane. Oltre a queste strutture, nella lista in gara è compresa anche una struttura diversa, il “Convento San Domenico Maggiore Monteoliveto”, che si trova a Taranto, una struttura risalente al seicento, che si trova esattamente sul lungomare tarantino nella “Città Vecchia” e che dopo essere passata da abitazione signorile a convento, è stata utilizzata anche come sede del distretto militare della Marina Italiana.
Questa nuova possibilità di offrire per le strutture demaniali è in effetti la seconda che viene bandita, dopo quella nella quale sono stati aggiudicati 9 degli 11 fari che erano compresi nella prima tranche, tra i quali due situati sull’isola del Giglio, Punta del Fenaio e Capel Rosso, uno a Siracusa, Murro di Porco, uno nelle isole Tremiti, San Dominio ed uno a Forio d’Ischia, Punta Imperatore.
In una precedente sperimentazione, effettuata in Sardegna, il faro di Capo Spartivento è divenuto un “resort” di lusso, per il quale il Demanio percepisce 100mila euro l’anno di canone, ed è stato preso ad esempio. La ricaduta economica per il Demanio raggiungerà complessivamente la cifra di 20 milioni di euro, ma è significativo soprattutto il fatto che si creeranno cica 100 nuovi posti di lavoro, con conseguenze positive anche per l’indotto.
Naturalmente la “parola d’ordine” di questa operazione è “qualità”; infatti quando si valuteranno le offerte si terrà conto maggiormente degli aspetti qualitativi delle stesse, anche a scapito di quelli meramente economici. Un progetto, ha spiegato Reggi, che ci rende molto orgogliosi, e che avrà poi altre fasi successive, in quanto i beni demaniali sull’intero territorio italiano interessati in varie tranche sono in totale 153.