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Cos’è il Piano casa?
Il Piano casa è un provvedimento preso dal governo nel 2008 con l’obiettivo di rilanciare il settore dell’edilizia. Si è voluto dare una risposta alle esigenze delle famiglie, considerando che l’85% abita in una casa di proprietà. La normativa permette ad ogni singolo cittadino di effettuare lavori di ampliamento o ricostruzione dell’immobile di cui è proprietario ed in cui vive. Il progetto ha visto l’attuazione dell’accordo tra lo Stato e le Regioni che hanno legiferato nei dettagli. In ogni territorio regionale ci sono declinazioni differenti, che riguardano principalmente l’aumento volumetrico e la demolizione. Il Piano prevede una deroga ai regolamenti edilizio ed urbanistico. La disciplina è una combinazione di regole nazionali, regionali e locali, perché anche i Comuni hanno inserito alcuni dettagli anche in base ai piani urbanistici.
I settori d’intervento del Piano casa
Gli ambiti del Piano sono due: l’edilizia pubblica residenziale sovvenzionata e l’edilizia privata.
Nel primo caso sono previsti fondi dello Stato e delle Regioni destinati alle famiglie, agli anziani ed agli universitari lontani da casa.
Nel secondo caso sono incluse deroghe agli strumenti urbanistici. Si promuovono così interventi di rifacimento degli immobili, che fanno lavorare le imprese del settore, permettendo ai proprietari di casa di recuperare parte delle spese.
La seconda edizione del Piano Casa nel 2014 ha inserito un supporto specifico per i fabbricati che sono in affitto, utile a supportare gli inquilini in difficoltà con i pagamenti, a patto che le cause siano indipendenti dalla loro volontà. Sono stati considerati anche gli interventi di ristrutturazione per l’adeguamento sismico di immobili popolari, e sconti sull’imposta sul reddito per gli inquilini dell’edilizia pubblica, a cui aggiungere la possibilità di riscattare gli alloggi popolari.
Le Regioni
Il contesto nazionale ha fornito le norme principali ed i limiti, ma sono state le Regioni a scendere nei dettagli ed a declinare sul territorio i principali requisiti. Le normative regionali sono gerarchicamente superiori ai regolamenti comunali. I Comuni hanno a loro volta indicato specifiche locali, ma sempre nell’ambito delle decisioni della Regione di appartenenza. Per conoscere meglio le opportunità e soprattutto per sapere i termini di applicazione è meglio verificare presso i comuni di residenza oppure presso gli uffici delle Regioni.
Di seguito si possono leggere i requisiti principali previsti dalla normativa nazionale.
Gli immobili interessati
L’aumento volumetrico degli immobili per gli edifici residenziali, che non possono essere superiori ai mille metri cubi, non può superare il 20%. Significa che il massimo consentito arriva ad un totale di 1.200 metri cubi. Ci sono ulteriori deroghe nei casi di demolizione e ricostruzione o di ricorso alla bioedilizia ed al fotovoltaico, oppure ancora di lavori volti ad ottenere risparmio energetico. In questo caso il volume, in alcuni territori, può aumentare fino al 40%.
Le tipologie di ampliamento
Posto che si deve rientrare nei limiti previsti, è possibile, ad esempio, far diventare un sottotetto abitabile, aggiungendo così un piano. Oppure si allarga una villetta, costruendo una stanza in più. Una cantina si può trasformare in una tavernetta. Il cambiamento di destinazione è ammesso. Balconi e portici possono essere tramutati in stanze chiuse. Ci sono tanti esempi, l’unica regola è non superare le dimensioni volumetriche consentite.
Avvio dei lavori.
Per questo aspetto è assolutamente necessario tenere presente il termine previsto dalla legge regionale. In alcuni casi si può fare nel corso del 2016, in altri casi i termini sono stati chiusi al 31 dicembre 2015. Considerando l’azione dello Stato potrebbero esserci proroghe e cambiamenti. Meglio informarsi sul territorio di residenza.
La documentazione necessaria.
Il Documento unico di regolarità contributiva è il primo documento da presentare, senza il quale non è possibile iniziare i lavori.
Le istanze e la modulistica, insieme a planimetrie ed altri dati sono richiesti dalle singole regioni in maniera differente. Ci sono due certezze: si adotta la forma semplificata e si presenta la Dichiarazione di inizio attività. La Dia si consegna 30 giorni prima dei lavori. Le leggi regionali disciplinano i fabbricati abusivi che vengono sanati.
Piano casa proroga 2017
Molte regioni italiane hanno prorogato la scadenza del Piano Casa oltre il termine prestabilito, mantenendo o, in alcuni casi, ampliando la percentuale di ampliamento prevista. Ecco la lista delle Regione che hanno prorogato il Piano casa anche nel 2018.
- Marche – scadenza prolungata fino al 31 dicembre 2018. Qualora l’intervento di ristrutturazione preveda anche l’adeguamento sismico dell’immobile, sarà possibile aggiungere un ulteriore 15% della volumetria concessa.
- Sicilia – Nella regione insulare la scadenza del Piano casa è stata fissata a fine 2018. Sarà possibile ampliare la volumetria degli edifici residenziali del 20% e del 15% quelli produttivi. Per gli interventi di sostituzione edilizia, ossia quelli relativi alla demolizione e ricostruzioni di fabbricati esistenti, è invece possibile godere di una maggiorazione del 35% della cubatura.
- Toscana – Fino al 31 dicembre sarà possibile ampliare la volumetria degli edifici del 20%, mentre per gli interventi di sostituzione edilizia il premio volumetrio è del 35%.
- Veneto, Calabria, Basilicata: Scadenza prorogata al 31 dicembre 2018.
Piano di rigenerazione urbana
La legge di Rigenerazione Urbana va a sostituire il Piano Casa, anzi per essere più precisi lo assorme. Ogni comune potrà individuare gli ambiti territoriali entro i quali sarà possibile effettuare interventi per la riqualificazione edilizia degli edifici esistenti.
L’ampliamento volumetrico massimo previsto dal piano di rigenerazione urbana è del 30% per gli interventi di ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione. Un’incremento della volumetria è previsto anche nel caso di interventi per l’adeguamento sismico degli edifici e per l’aumento dell’efficienza energetica.